Nido delle tradizioni |
scuola materna e sala prove musica di Sluderno (BZ) |
in collaborazione con:
Strutture: ing. Massimo Zambello
Sistemazioni esterne e paesaggio: Kepos - Roberto Bacchilega e Giulia Mazzali
PREMESSA
Il paese di Sluderno si caratterizza per una spiccata volontà di rinnovamento, volto alla sostenibilità ambientale
e alla valorizzazione delle risorse locali. Questa pulsione è testimoniata dalla presenza di numerose
architetture dal forte gusto contemporaneo che, utilizzando materiali propri della tradizione, propongono soluzioni
efficaci, anche dal punto di vista prestazionale, in risposta a nuove e specifiche esigenze funzionali e
formali. Il nostro intervento vuole proporsi come mediazione fra l’architettura moderna (così impropriamente
chiamata per necessità di sintesi), fatta di volumi compatti, netti, rigorosi e quella della tradizione.
In questo luogo eccezionale, crocevia di storie che intrecciano le vite di molte generazioni (scuola materna,
scuola elementare, genitori, anziani), vicino al campo Santo, ove riposano i custodi delle tradizioni, il nostro
progetto si inserisce come naturale sviluppo di linee urbane e culturali già segnate; traduce in materia ciò che
le carte urbanistiche e la cultura locale hanno già al loro interno, divenendone così emblema ed elemento
rappresentativo.
Ed è così che il biotopo Ontaneto popolato di animali, gli scorci su Castel Coira, l’eccezionale paternità che
Sluderno può vantare relativamente alla razza equina Haflinger, gli straordinari marmi della vicina Covelano,
il gusto per la modernità, il rispetto per la natura e l’amore per la terra trovano espressione in un progetto
formalmente semplice ma fortemente radicato in un contesto irripetibile.
INSERIMENTO URBANISTICO
L’edificio si inserisce nel contesto in modo armonico, creando relazioni con l’esistente. L’altezza massima
è inferiore a quella di entrambi i corpi di fabbrica limitrofi, con la volontà di testimoniare, anche formalmente,
che si tratta di uno spazio pensato per i più piccoli, quindi uniformato alla loro scala. Dal punto di vista
planimetrico l’edificio si sviluppa secondo l’asse est ovest, parallelamente alla scuola elementare esistente.
L’ingresso, posto al limite est del lotto, con la sua forma irregolare, dialoga con l’ingresso della scuola elementare,
definendo uno spazio pubblico (la piazza dei bambini) visivamente delineato e racchiuso. Il lato est,
che scivola inclinato verso la sala polifunzionale esistente, crea un sistema di relazione anche con essa e con
la più lontana casa di riposo. Il corpo di fabbrica principale, mantiene le distanze minime da tutte le superfici
finestrate esistenti (scuola elementare e sala polifunzionale), espandendosi a forma di “C”, in deroga quindi
agli strumenti urbanistici, solo in corrispondenza di fronti chiusi della sala polifunzionale. In alzato, ciascun
fronte dialoga con l’intorno, divenendone naturale estensione:
- il lato est, il più rigoroso e austero, si rivolge con sacralità al vicino cimitero (luogo della memoria), interpretando
con un linguaggio moderno elementi stilistici tradizionali come il tetto a capanna e gli elementi decorativi
“a gelosia”. Per legare l’immagine del fronte a quello della sala polifunzionale esistente, una pensilina
posta alla stessa quota di quella dell’edificio esistente, fuoriesce dal volume in cemento e si incastra nel
nuovo edificio;
- il fronte nord, che ospita il minor numero di bucature possibile per limitare al massimo le dispersioni termiche,
seppur lineare e rigoroso, si rivolge alla grande vetrata della sala polifunzionale con una facciata decorata
da una sovrimpressione delicata (immagini di bambini riprodotti a grande scala) che connota in modo
visivo l’edificio della scuola materna;
- il prospetto ovest chiuso verso la strada statale, è caratterizzato dal grande cavallo in legno (in onore della
razza Haflinger) che diviene elemento ludico (ospita un’altalena) oltre a riferimento urbanistico per la città e
dal volume tecnico, che, rivestito in legno, si stranea in una sorta di gigantesca mangiatoia;
- il lato sud, che si rivolge con uno sguardo diretto alla scuola elementare, si apre completamente sul giardino
lasciandosi interamente pervadere dalla luce e dal calore del sole. Il linguaggio di questo fronte è più
ricco ed articolato. Ogni aula è connotata da una vetrata colorata e da un volumetto aggettante che, sia
internamente che esternamente, rendono giocosa e “amichevole” la facciata.
Il sistema degli spazi esterni si organizza attorno alla “strada dei giochi”, un vicolo di quartiere lungo cui gli
elementi del paesaggio diventano spazi attrezzati per il gioco e la didattica. Il meleto viene ridimensionato
e trasformato in labirinto, mentre lo scroscio dell’acqua nel dissabbiatore ci spinge a trasformarlo in un elemento
giocoso che ricorda il greto di un fiume da attraversare grazie a un “ponte” (segno a terra) in legno.
“La terra dei giochi” è il piccolo impianto sportivo atto a sviluppare le abilità motorie di base (correre, saltare,
strisciare, arrampicare, lanciare...). Il “bosco della Venosta” rimanda all’omonima formazione forestale e con
il taglio sbieco rispetto al percorso principale, guida la vista verso Castel Coira; all’interno sono collocate informazioni
botaniche, ecologiche, storie e leggende sugli alberi. Queste ultime sono riunite dal “sentiero dei
racconti”: una traccia che vuole sottolineare l’importanza della memoria e il ruolo degli anziani nel tramandarla.
La scelta di alberature caducifoglie rende figurativamente tangibile il concetto del ciclo della vita, che
in questo luogo è quanto mai sentito. La “piazza dei bambini” è lo spazio centrale d’incontro, caratterizzato
da un grande albero, sul quale si affacciano gli ingressi delle due scuole.
L’attraversamento del lotto è consentito solo ad un transito pedonale o, in caso di necessità, ai mezzi di
soccorso. Il traffico carrabile invece è limitato a sud all’accesso al parcheggio interrato esistente della scuola
elementare e al limite delle aree di intervento sul lato nord, così da garantire gli adeguati rifornimenti alla
cucina e l’eventuale trasporto di pesanti strumenti per il locale della sala prove.
Il giardino della scuola materna si sviluppa su morbide “linee curve” che abbracciano l’architettura e invitano
a percorrerlo seguendo le “tappe-gioco” il cui tema principale è la leggenda del conte Mattheus che decorò
il loggiato del maniero con figure di animali e personaggi da fiaba. I giochi si ispirano dunque al “castello del
principe”, agli animali selvatici e alle le loro “dimore”. A ridosso dell’edificio un grande cavallo-gioco in legno
rappresenta uno dei simboli dell’Alto Adige e di Sluderno: l’Haflinger, visibile sia dall’interno delle scuole che
dalla strada Statale.
A livello distributivo la scuola elementare si dispone su due piani fuori terra, mentre la sala prove per la banda
musicale trova collocazione al piano interrato. Gli accessi ai due ambiti sono indipendenti e completamente
separati in modo da non creare alcun tipo di interferenza fra le diverse attività ospitate.
L’ingresso della scuola, delineato da un volume articolato ma puro, privo di qualsiasi aggetto e completamente
rivestito in marmo bianco di Covelano conduce nello spazio polifunzionale che si dilata sia orizzontalmente
che verticalmente, in uno vano a doppia altezza. La sala polifunzionale diviene anche il nucleo
distributivo e interfaccia tra funzioni pubbliche ed aule didattiche. Da questo ambiente infatti è possibile accedere
all’ufficio, alla cucina (che dispone anche di un accesso diretto dall’esterno), all’area docenti (posta
al piano primo) o al corridoio di distribuzione alle aule adibite alle attività di gruppo e al movimento/riposo
(due sezioni al piano terra e due al piano primo). Tutti gli ambienti dedicati alle attività con i bambini (attività
di gruppo e movimento/riposo) sono rivolti a sud e divisi (fra di loro) con pareti mobili in grado di garantire
un elevatissima modulabilità e quindi flessibilità nell’uso degli spazi. I vani di servizio, quali bagni, magazzini,
ecc.. sono invece disposti sul fronte nord.
La sala prove per la banda del paese si trova al piano interrato, e risulta accessibile da nord. La scala che
conduce dal piano di campagna al livello -1 è coperta da una pensilina e dispone di un servoscala per
consentire l’agevole movimentazione di materiale pesante o l’accessibilità alle persone diversamente abili.
L’illuminazione dei locali è garantita da una sequenza di finestre a “bocca di lupo”.
SISTEMA COSTRUTTIVO ADOTTATO E MATERIALI
La struttura di fondazione dell’edificio, in funzione delle sollecitazioni trasmesse dalla sovrastruttura, è costituita
da fondazioni superficiali del tipo a platea in conglomerato cementizio armato gettato in opera, anche al
fine di scongiurare ogni possibile infiltrazione di radon al’interno dell’edificio. Il piano interrato è perimetrato
da setti sempre in conglomerato cementizio armato con funzione sia di contenimento per il terreno circostante
che portante per le strutture in elevazione.
Le strutture in elevazione sono del tipo a telaio, costituite da travi e pilastri sempre in conglomerato cementizio
armato gettato in opera. I solai interpiano e di copertura sono del tipo autoportante con struttura a lastre
tralicciate in calcestruzzo armato e vibrato, alleggeriti con elementi in EPS, completati con soletta collaborante.
La struttura portante della copertura a falde inclinate è realizzata con un reticolo di travi in legno lamellare
e puntoni rompitratta che richiamano l’immagine dei rami di un albero.
Relativamente al sistema di coibentazione saranno utilizzate principalmente due soluzioni tecnologiche:
- Pareti con rivestimento a cappotto (preferibilmente in fibra di legno per le parti in elevazione e XPS+vetro
cellulare per le parti interrate ed i nodi di fondazione) in tutto l’edificio ad eccezione del volume coperto con
tetto a falde;
- Pareti a “cassetta” nel volume con tetto a falda, con rivestimento (in facciata e in falda) in marmo di Covelano
senza soluzione di continuità.
Per quanto concerne il fronte sud, è costituito da una facciata continua con telaio a traversi e montanti in
legno di elevato spessore e vetrate termiche a doppia camera. L’oscuramento ed il controllo del soleggiamento
saranno garantiti da tende esterne a rullo con tirante di scorrimento, ritmate e fissate ai montanti in
legno della facciata continua. In corrispondenza degli elementi strutturali (teste dei solai e pilastri) i pannelli
vetrati della facciata sono sostituiti da elementi coibentati opachi con rivestimento in legno di larice.
Dal punto di vista impiantistico, il riscaldamento sarà di tipo “a pannelli radianti” a pavimento e sarà integrato
un sistema di ventilazione forzata. Le canalizzazioni degli impianti saranno disposte nei controsoffitti dei corridoi
e avranno distribuzione di tipo “a stella”. Il cavedio che consente il passaggio di piano delle tubazioni e
delle canalizzazioni è infatti disposto nella nicchia al centro del corridoio.
Per l’illuminazione saranno preferibili corpi illuminanti di tipo a led con sistema di gestione domotico finalizzato
al miglioramento del comfort e all’ottimizzazione dei consumi.
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